GENITORI AFFIDABILI PER ADOLESCENTI IN COSTRUZIONE:
strumenti innovativi per l'affido
Realizzato grazie al contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
“Il Percorso Kairòs”, un’eccellenza sul territorio, la Cooperativa Sociale perpetua la volontà per la quale è nata: far crescere bambini oggi ospitati presso comunità in famiglie “vere e proprie”. Il progetto che intendiamo presentare si colloca all’interno del processo sopra descritto per ridurre il rischio del fallimento dell’accoglienza;
è indirizzato alle parti più fragili dello stesso:
• Le famiglie affidatarie che necessitano di essere attentamente formate e sostenute, devono essere parte integrante di una rete di solidarietà, in grado di fornire quella prossimità e quegli strumenti necessari a generare il cambiamento indispensabile per la buona riuscita di un progetto di accoglienza famigliare. Avere a che fare con figli con una storia difficile comporta il rischio di sentirsi coinvolti emotivamente. Questi figli possono ricordarci i nostri personali bisogni irrisolti e le ferite ancora aperte. E’ importante essere consapevoli di cosa succede dentro di noi.
• I ragazzi/e in affido famigliare. Il periodo adolescenziale è indubbiamente uno dei periodi di vita più delicati per la famiglia e il figlio affidatario poiché viene alla luce la tipica sfida generazionale. All’intreccio di vissuti, aspettative, sentimenti caratterizzanti le relazioni familiari si vengono ad aggiungere cambiamenti fisici e psicologici repentini e talvolta drammatici, oltre quelli strutturali dovuti all’accoglienza stessa. Questo periodo è un momento critico comune a qualsiasi percorso di accoglienza, Attraverso un gruppo di pari vi è la possibilità di parlare con persone che hanno gli stessi problemi e affrontare insieme ad altri le difficoltà.
AZIONE 1 -
Percorso formativo all'affido famigliare
Molto spesso le famiglie affidatarie devono far fronte a situazioni di paura e rifiuto che se non gestite adeguatamente mettono a rischio l’intero percorso di accoglienza. Attraverso questo percorso su di sé, è possibile guadagnare "sicurezza" e aumentare la resilienza allo stress focalizzando l’attenzione, in chiave esperienziale, sulle dinamiche personali coinvolte nella relazione genitoriale. La famiglia potrà aiutare il bambino a ritrovare quell’equilibrio che è stato smarrito a causa delle diverse situazioni traumatiche vissute. Ulteriore obiettivo attraverso è quello di aiutare i genitori a creare degli spazi emotivi e relazionali nel proprio sé, per poter investire le proprie capacità sulla creazione di legami più fertili. L’impatto atteso è quello di diminuire il rischio di “abbandono” da parte della famiglia affidataria. Questa azione fortemente innovativa coinvolgerà circa 10/15 nuclei famigliari e prevede 6 giornate formative in presenza della durata di 8 ore.
AZIONE 2 -
Gruppo di sostegno per adoloscenti in affido famigliare
Il periodo adolescenziale è indubbiamente uno dei periodi di vita più delicati per la famiglia e il figlio affidatario poiché viene alla luce la tipica sfida generazionale. Questo periodo è un momento critico comune a qualsiasi percorso di accoglienza, poiché talvolta alcune problematiche pregresse (e spesso mascherate), nate durante il percorso e a cui non si è stati in grado di dare ascolto e significato, riemergono proprio ora Attraverso un gruppo di pari i ragazzine/e hanno la possibilità di parlare con persone che hanno gli stessi problemi e affrontare insieme ad altri le difficoltà.
L’obiettivo di questa azione è quella di aiutare il ragazzino/a a portare nuovamente alla luce alcune caratteristiche specifiche del figlio affidato: Valutazione della storia passata e proiezione nel futuro oltre alla capacità di individuazione e quindi di definire la propria identità risulta essere un percorso esistenziale più complesso, poiché è caratterizzato da informazioni più pesanti e difficili da elaborare. L’obbiettivo del gruppo è quello di non “curare” una malattia o “risolvere” un problema, ma poter avviare un’esperienza relazionale in grado di garantire un ascolto empatico per la narrazione individuale, che si trasforma in una narrazione socialmente condivisa.