Quanto è importante per i bambini elaborare la propria storia di vita?
Nel trasferimento dalla comunità alla famiglia, il bambino porta con sé la propria storia custodita all’interno del suo zainetto; una storia dolorosa, che molto spesso ha paura o teme di raccontare agli altri. La rielaborazione della propria storia si snoda nel tempo e man mano che si cresce viene approfondita e arricchita di dettagli, sempre più nitidi.
I genitori affidatari e adottivi, adeguatamente informati sulla storia del minore che accolgono, spesso la dimenticano o hanno delle difficoltà, perché parlare al proprio figlio del suo passato è un compito molto delicato e spinoso. I dubbi sono tanti. Cosa dire? Come e quando? Anche il bambino nel tempo tende a dimenticare la sua storia, per questo motivo è importante riprenderla, in un primo momento con l’aiuto e il supporto degli operatori che seguono il nucleo familiare, è importante ripeterla più volte ed essere da sostegno al minore e alla coppia in questo momento delicato e carico di emozioni.
È un lavoro minuzioso, che richiede uno sforzo per il bambino nel ricordare e recuperare vecchi ricordi e per creare un continuum tra passato e presente, come un filo invisibile che collega la famiglia biologica alla famiglia accogliente.
“Perdere la propria storia vorrebbe dire perdere delle parti di noi stessi che determinano un vuoto dentro di noi” (M. Chistolini).
La scoperta e la ricostruzione della propria storia di vita aiutano il bambino e l’adolescente a strutturare la propria identità
L’esperienza e la letteratura ci hanno condotti a credere nell’importanza della narrazione degli eventi del passato, perché aiutano il bambino a dare un senso a ciò che è successo, a mettere in ordine cronologico avvenimenti e informazioni frammentate, frutto dei suoi ricordi sbiaditi, negati o rimossi, che sono immagazzinati nel cervello emotivo. È altresì importante per i genitori affidatari, per rispecchiarsi nella sofferenza del bambino e per connettersi emotivamente a lui, trovare delle risposte nei suoi comportamenti e vestirli di un significato. Attraverso una comunicazione aperta (D. Brodzinsky) il genitore può accompagnare il proprio figlio alla riscoperta della sua storia e del suo passato, trasmettendogli il senso di ciò che ha vissuto, le sue esperienze e le sue emozioni.
La conoscenza della propria storia personale è fondamentale per uno sviluppo psichico positivo e per il benessere psicologico, pertanto evitarla non protegge il bambino dal dolore, va invece stimolato con tatto e delicatezza a parlare del suo passato senza lasciarlo cadere nel vortice del tabù. Le esperienze negative hanno bisogno di essere portate alla coscienza ed elaborate.
Con i bambini piccoli si può parlare di affido e adozione attraverso le fiabe illustrate oppure con l’aiuto dalla fantasia, si può costruire una linea del tempo o un calendario degli eventi più importanti o ancora creare insieme un album fotografico con un “prima” e un “dopo”, inserendo tutti i protagonisti presenti nella propria storia, dal passato al presente, con l’aiuto di foto, immagini, disegni e ricordi. Con i bambini più grandi, preadolescenti e adolescenti, può essere utile sfruttare gli spunti quotidiani nel quale rispecchiarsi, come notizie di cronaca, cartoni, film, racconti di altre persone.
Vadilonga (2010) espone il concetto di mentalizzazione, ovvero quell’attività mentale che aiuta a percepire e comprendere i comportamenti propri e altrui. Questo concetto è indispensabile all’adulto per riuscire a sostenere il bambino e per aiutarlo a rileggere la propria storia, facilitando sia l’accettazione che la comprensione. Ha un grande valore guidare il bambino nel collegamento tra i suoi comportamenti attuali e le sue esperienze passate, che sono racchiuse nella cornice della sua storia di vita. Le esperienze vissute dal bambino, sia quelle che ricorda e sia quelle rimosse, hanno delle conseguenze sulla sua personalità e a livello emotivo, come l’insorgere di ansia, rabbia, frustrazione, angustia. Pertanto è importante riconoscere, accettare e rielaborare adeguatamente la propria storia di vita.
Dott.ssa Viviana Azzarone
Psicologa, Psicoterapeuta, Tutor kairòs