Quando due anni fa abbiamo avviato il progetto INVIOLABILI assieme a Pianoterra, Antropos e Mama Happy avevamo più dubbi che certezze. L’affido infatti rappresentava una componente minoritaria rispetto alle altre azioni progettuali di prevenzione della violenza sui minori e di tutela e protezione sia del minore che del nucleo familiare. Solamente due partner su quattro avevano avuto un’esperienza significativa sull’affido famigliare, kairòs e Mama Happy, mentre gli altri, Antropos e Pianoterra, pur avendo una lunga esperienza nel campo educativo e di sostegno alla genitorialità non si erano ancora approcciati al tema.
La prima azione da intraprendere, e che abbiamo intrapreso, è stata dunque quella della formazione. La formazione è un tassello importante e indispensabile per gli operatori che si muovono all’interno della Tutela Minori, sia per gli operatori del terzo settore che per gli operatori pubblici. La sfida vera è fare in modo che pubblico e privato parlino la stessa lingua e si riconoscano reciprocamente come tasselli importanti e complementari di un mosaico più grande. Oltre agli operatori nel disegno dell’affido famigliare ci sono le famiglie, sia quelle di origine che quelle di accoglienza, e al centro c’è il bambino o la bambina con il proprio vissuto. Ogni componente deve sapere perfettamente quale ruolo deve giocare e quali sono i ruoli delle altre componenti. Ad esempio i genitori affidatari sono chiamati ad accompagnare nel percorso di vita i minori accolti, fornendo loro un modello genitoriale diverso e funzionale; devono, loro stessi, essere preparati ad accogliere le fragilità dei minori e ad affrontare le difficoltà che inevitabilmente si presentano. Per questo motivo abbiamo provato ad offrire una formazione quanto più inclusiva possibile, approfondendo i principali nodi dell’affido:
I temi trattati sono stati ampi ed articolati e hanno riguardato aspetti legati sia alla parte educativa psicologica ma anche giuridica dell’affido famigliare. Speciale attenzione è stata poi dedicata all’affido intra-famigliare e a nuove forme di accoglienza quali ad esempio le adozioni aperte e miti. La formazione è stata rivolta sia agli operatori del progetto INVIOLABILI, in particolare ai partner che avrebbero inviato sui loro territori un’azione pilota di affido famigliare, sia ad un pubblico più ampio. La partecipazione è stata molto intensa e ha visto l’adesione di oltre 250 operatori fra assistenti sociali, educatori e psicologi ed è stato estremamente vivo il dibattito seguito ad ogni presentazione.
La grande affluenza sia degli operatori che delle famiglie affidatarie dimostra l’evidente necessità di aumentare la quantità e la qualità degli insegnamenti specialistici sull’affido.
Oltre alla formazione abbiamo svolto attività di supervisione ai Servizi sociali su casi specifici da cui sono emersi i seguenti bisogni trasversali:
Un’ultima azione, ma solo in termini cronologici, è stato l’avvio del progetto di affido a Castel Volturno dal partner Pianoterra. Quello di Castel Volturno è un territorio che ha espresso un grande interesse sull’affido e siamo molto contenti di poter offrire ai nostri partner un affiancamento e un tutoraggio per avviare progetti di affido sul “modello kairòs”. Nel prossimo futuro saremo anche al fianco del partner Antropos nell’avvio di un servizio di affido famigliare nel V Municipio di Roma, che dovrebbe partire a luglio.
A due anni dall’avvio di INVIOLABILI possiamo senz’altro affermare di aver dato una spinta in più nella promozione di un sistema di tutela del minore. L’affido, se ben organizzato, permette al bambino o alla bambina di essere messo/a al riparo da un ambiente famigliare che non riesce a rispondere ai suoi bisogni fondamentali, avere un nuovo modello famigliare più funzionale e meno conflittuale, stabilire delle relazioni significative fondamentali per il suo sviluppo e la sua crescita.
L’affido, per noi, è la strada più virtuosa per aiutare il bambino di oggi a costruire un domani migliore.