Per capire come possa essere gestita una situazione di emergenza in una famiglia affidataria è necessario partire dalla sua particolare connotazione.
La definizione Treccani suggerisce: circostanza imprevista, accidente, e, sull’esempio dell’inglese emergency, momento critico, che richiede un intervento immediato.
La situazione di emergenza all’interno di un percorso di affido è più comune di quanto si possa pensare, si verifica all’improvviso, molto spesso non se ne comprendono subito le cause scatenanti, ma quel che è certo è che emozioni quali: la paura, l’angoscia, la rabbia, la frustrazione si instillano in tutti i soggetti coinvolti. In particolare, nelle famiglie affidatarie che temono di non avere le risorse per fronteggiare quello che sta accadendo ma anche nei minori in affido, che di fronte ad una difficoltà, ad una frustrazione, fanno emergere le loro risorse, quelle che hanno conservato all’interno del loro zainetto esperienziale e, lasciatemi dire, non sempre sono risorse positive o socialmente accettate.
Quali sono le situazioni di emergenza più comuni?
Un* minore che non vuole andare a scuola, che di fronte ad un “no” o di fronte a regole di vita familiare ha una reazione spropositata e/o aggressiva, un* minore che il giorno di Natale ha deciso che no, dai nonni affidatari a pranzo non ci vuole andare. E, ancora, un* minore che non vuole andare ad un incontro protetto con la famiglia naturale o che, peggio, al ritorno dall’incontro è così arrabbiat* e/o confus* che accoglierl* diventa veramente difficile. Potremmo andare avanti all’infinito, ad elencare situazioni complesse che scompensano l’equilibrio familiare che faticosamente si sta costruendo. E solitamente, i momenti più fragili si verificano quando la famiglia è tutta insieme, alla sera dopo le 20.00, il fine settimana, durante le festività, quando le aspettative di godersi un momento insieme, di gioia e condivisione, sono al massimo della loro amplificazione e puff, ecco che si va in collisione. È proprio lì che si ha bisogno di aiuto, è in quel preciso momento che è necessario intervenire, con tempestività e prossimità alla famiglia affidataria e al minore.
I professionisti del Percorso kairòs, questo particolare aspetto lo hanno approfondito in lungo e in largo e in tal senso, la figura del Tutor kairòs in primis e dell’Equipe kairòs a seguito, ha l’obiettivo anche di supportare i momenti di emergenza.
In che modo?
Con una disponibilità telefonica h24 per 365 gg all’anno, attraverso l’attivazione di tutta l’equipe di lavoro, disponibile ad accogliere la situazione di fragilità e a studiare una o più strategie, adeguate ad accompagnare la famiglia affidataria e il minore in affido a ristabilire una situazione di calma, attraverso la figura del Tutor kairòs che può intervenire telefonicamente e/o in presenza. Nelle situazioni più a rischio, con l’obiettivo di scongiurare il fallimento dell’affido, è previsto anche un allontanamento momentaneo del minore, per uno o più giorni: “la panacea di kairòs”
Alla gestione dell’emergenza, però, per far sì che sia funzionale, deve seguire una rielaborazione di quanto accaduto, infatti, l’equipe kairòs, nei giorni immediatamente a seguire, incontra il nucleo familiare con lo scopo di riprendere quanto accaduto per ri-parare e ri-partire.
Le situazioni di emergenza, nella maggioranza dei casi, si verificano durante i primi mesi del percorso di affido, quando l’accoglienza si sta costruendo, le persone coinvolte si stanno studiando e stanno cercando di decodificare situazioni nuove; col trascorrere del tempo, grazie anche alla nascita di una relazione di fiducia, le situazioni emergenziali vengono via via meno per lasciare spazio ad un equilibrio nuovo, ad un rapporto confidenziale capace di prevenire e curare, di riparare e creare nuovi schemi familiari.
Quello che non cambia, invece, è la possibilità di avere a disposizione un team di professionisti dell’affido, pronti ad ascoltare, ad accogliere e a supportare la famiglia affidataria anche dopo la fine del Percorso kairòs, che ha la durata di 24 mesi.
L’affido di un adolescente, infatti, è possibile se e solo se le famiglie affidatarie non sono lasciate sole, soprattutto nelle situazioni di emergenza.
Maria Laura Salerno
Tutor kairòs