Il trauma (dal greco perforare, danneggiare, rovinare, ledere) è sostanzialmente una reazione soggettiva ad una esperienza oggettiva. Il trauma può essere definito come uno shock violento e sistemico sull’organismo (Van Der Kolk, 2009) e adottato dalla psicologia clinica per indicare uno stato di sopraffazione da parte di uno stimolo/evento eccessivo, che rende la persona priva di difese e incapace di reagire. Nel trauma, la situazione è percepita come una minaccia per la sicurezza e la sopravvivenza, minaccia che stimola le naturali risposte difensive psicobiologiche.
Molte esperienze possono rivelarsi come “traumatiche”. Il trauma infatti si riferisce a esperienze che sono emotivamente travolgenti e può includere eventi specifici, improvvisi e inaspettati come un incidente o subire un disastro naturale come un terremoto oppure attraverso la perdita di una persona amata. Il trauma interpersonale include tutte le forme di child abuse solitamente perpetrate dalle figure di riferimento del bambino, vengono agite in forma diretta, come nei casi di abuso sessuale, maltrattamento psicologico, maltrattamento fisico e trascuratezza, ma anche in forma indiretta, come malattie psichiatriche, alcolismo o tossicodipendenza di un genitore.
I bambini esposti a traumi complessi possono presentare delle difficoltà in alcune aree specifiche come descritte nel manuale Disturbo post traumatico da stress, manifestando sintomi e comportamenti in fasi diverse di sviluppo:
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Attaccamento: si riferisce alla difficoltà nelle interazioni interpersonali, alla mancanza di fiducia e criticità nel sintonizzarsi con gli stati emotivi degli altri, oltre alla problematicità nel riuscire ad assumere una prospettiva altrui.
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Regolazione affettiva: emerge la difficoltà nel regolare le proprie emozioni ed esprimere sentimenti; inoltre è compromessa la capacità di comunicare desideri, esprimere dei bisogni e descrivere i propri stati interni.
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Controllo del comportamento: equivale ad una difficoltà di modulare gli impulsi, possibili disturbi del sonno, abuso di sostanze, comportamenti oppositivi con difficoltà di comprensione e adesione alle regole. Il controllo del comportamento relazionale del bambino può apparire incoerente con l’insorgenza di reazioni impulsive e aggressive o condotte di evitamento.
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Funzioni biologiche: possibilità di sviluppare problemi nello sviluppo psicomotorio, disturbi nella regolazione del tono corporeo, coordinazione ed equilibrio. Somatizzazione e vari problemi medici, per esempio, l’asma, dolore pelvico, disturbi autoimmuni, problemi dermatologici.
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Dissociazione: s’intende l’alterazione della consapevolezza, la compromissione della memoria episodica responsabile dell’elaborazione e della conservazione delle informazioni autobiografiche; la depersonalizzazione ovvero episodi persistenti o ricorrenti di distacco come la separazione da sé stessi o la derealizzazione, intesa come la separazione dall’ambiente circostante o entrambi, durante i quali l’esame di realtà rimane integro.
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Concetto di sé: la possibilità di sviluppare una bassa autostima, l’insorgere di un disturbo dell’immagine corporea, provare vergogna e senso di colpa.
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Area cognitiva: il linguaggio e l’attenzione possono risultare compromessi, l’attivarsi di problemi nel capire il senso di responsabilità, difficoltà nell’apprendimento e compromissione dell’orientamento spazio-temporale.
Lo stress traumatico che viene provocato da esperienze di maltrattamento, trascuratezza e abuso soprattutto in età infantile, produce vulnerabilità in un sistema difensivo ancora molto fragile come quello dei bambini, un sistema delicato e frangibile dal punto di vista psicologico e neurobiologico.
Dott.ssa Viviana Azzarone, Psicologa
Associazione kairòs